Fisioterapia e tumore ovarico #WOCD2020
L’8 maggio è la Giornata Mondiale sul tumore ovarico, dedicata soprattutto all’informazione perché questo tumore femminile è molto poco conosciuto rispetto ad altri.
Si stima che nel mondo ogni anno 295mila donne ricevano una diagnosi di tumore dell’ovaio, 760mila convivano con la malattia e per 184mila ogni anno è causa di morte.
In Italia i numeri raccontano una realtà fatta di 50mila pazienti, 5.200 nuove diagnosi all’anno e, negli stadi avanzati, un indice di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi che non supera il 40%, contro l’80% di sopravvivenza a 5 anni per le donne operate al seno.
Il tumore all’ovaio è il sesto tipo di tumore più diffuso tra le donne ed è una malattia subdola, perché colpisce silenziosamente ed è difficile da riconoscere: gonfiore addominale, difficoltà digestive, dolori addominali e pelvici, problemi urinari (come incontinenza da urgenza), diarrea o stitichezza, sono tra i sintomi più diffusi, ma vengono spesso attribuiti ad altre cause.
La diagnosi spesso non arriva precocemente; dopo la chirurgia e la chemioterapia sono varie le problematiche di interesse fisioterapico che possono residuare a seconda dell’invasività dell’intervento.
È utile lavorare con un fisioterapista specializzato in riabilitazione oncologica per migliorare la qualità di vita delle pazienti e contenere gli effetti delle terapie:
- linfedema dell’arto inferiore, del pube e/o genitali: la possibilità di sviluppare linfedema di una gamba è importante (40% circa dei casi);
- aderenze cicatriziali (sensazione di tirare lungo la cicatrice, alterazioni posturali);
- problematiche del pavimento pelvico (incontinenza, dolore pelvico cronico);
- neuropatie sensitive da chemioterapici.